ABRAHAM BRUEGHEL (Anversa 1631 - Napoli 1697)
e pittore di figura (Luigi Garzi?)
“Fanciulla con fiori e putto”
dipinto olio su tela , 97 cm x 134 cm
Epoca XVII sec
Questa spettacolare tela, in eccellente stato conservativo, raffigura una fanciulla elegantemente vestita, con una rosa tra i capelli raccolti, che sembra voler afferrare un ricco vaso di fiori, mentre a sinistra un putto sembra allontanarsi tenendo in mano vari rametti di fiori, come se volesse portarli via, voltandosi e guardandola giocosamente. La scena è ambientata all’aperto, ai margini di un giardino monumentale (si notino in controluce la fontana a forma leonina, il grande vaso alle spalle delle figure e il muro in fondo a sinistra) che si apre su un paesaggio di selvaggia bellezza.
La strepitosa qualità e lo stile, che coniuga mirabilmente naturalismo fiammingo nella descrizione dei fiori e monumentalità tutta barocca, non possono che confermare l’evidenza, cioè l’autografia di quello che probabilmente è il più importante pittore di natura morta presente sulla scena romana nel terzo quarto del XVII secolo, Abraham Brueghel. Il quadro è inedito, in quanto non lo conoscevo ancora al momento della pubblicazione della mia recentissima monografia sul pittore (Foligno 2023), non potendo quindi inserirlo: costituisce pertanto una significativa aggiunta al catalogo del pittore anversano e si può considerare un suo vero e proprio capolavoro. Di quest’opera esiste una variante, anch’essa di buona fattura anche se a mio avviso il quadro qui studiato è qualitativamente superiore, passata diversi anni fa sul mercato antiquario romano come opera di collaborazione tra Brueghel e un figurista allora identificato in Jacques Courtois (fig. 1), da me pubblicata nella citata monografia peraltro formulando un dubbio sull’identità del figurista, che si potrebbe piuttosto cautamente ipotizzare in Luigi Garzi (scheda n. 36, p. 91).
Abraham Brueghel e pittore di figura (Luigi Garzi?), collezione privata
Ad un’analisi approfondita, in realtà i due quadri non sono identici: tra le differenze più vistose si notino il paesaggio in alto a destra, i fiori sul braccio sinistro della fanciulla (che nel caso qui studiato sono due convolvoli di un intenso e profondissimo azzurro) e quelli imbracciati dal putto; anche il bel viso della protagonista presenta connotati lievemente diversi. Si tratta dunque di redazioni autonome partendo probabilmente da un medesimo cartone, com’era prassi abituale di Brueghel che amava ripetere spesso i propri soggetti di maggior successo con alcune varianti. Stilisticamente e qualitativamente del tutto comparabile al quadro qui studiato (anche come struttura compositiva) è la magnifica tela raffigurante Donna con putto e fiori con lo sfondo di Villa Medici, (Zurigo, galleria Barr & Ochsler), uno dei ritrovamenti più importanti che ho potuto effettuare in occasione degli studi per la redazione della mia monografia (pubblicata alla scheda 60, p. 112; qui fig. 2).
Abraham Brueghel (e Giacinto Gimignani come figurista?) Donna con putto e fiori con lo sfondo di Villa Medici, Zurigo, galleria Barr & Ochsler
Si tratta di opere da collocarsi cronologicamente nel periodo migliore del pittore, gli anni ’70 del Seicento, in cui la sua opera acquista un respiro, una monumentalità classicheggiante che entrano a pieno titolo nel novero della migliore pittura barocca eseguita a Roma.
Abraham Brueghel (talvolta nei documenti, o in qualche sua firma, si trova anche Breughel, Bruegel come il suo bisnonno, o Brugel) nasce ad Anversa il 28 novembre 1631 da Jan Brueghel il giovane (1601-1678, figlio di Jan Brueghel dei Velluti) e di Anna Maria Janssens, a sua volta figlia del pittore Abraham Janssens: pertanto era pronipote diretto di Pieter Brueghel il Vecchio. Per quanto riguarda Abraham, non abbiamo molte notizie sulla sua prima giovinezza, certamente trascorsa in patria: verosimilmente fu allievo ad Anversa del padre Jan, per poi trasferirsi giovanissimo in Italia. Come ho potuto osservare anche nella monografia, ritengo possibile che già intorno al 1648-49 egli si fosse recato in Italia, forse a Roma oppure anche a Messina presso il nobile e celebre collezionista don Antonio Ruffo che nello stesso anno possedeva otto dipinti a forma di ottangolo del pittore e che per molti anni sarà uno dei suoi principali mecenati, per poi forse passare a Malta e tornare in seguito a Roma. Comunque sia, Abraham almeno all’inizio dovette mantenere rapporti con la città di origine: infatti nel 1655 è iscritto nella gilda dei pittori di Anversa. Tuttavia, dal 1659 è documentato stabilmente nella Città Eterna, dove nel 1666 si sposa e dalla quale si sposterà alcune volte per soggiorni abbastanza lunghi a Messina nel 1663-’64 (sempre presso don Antonio Ruffo), verosimilmente subito dopo a Napoli, e poi nuovamente a Messina nel 1667-’68. Entra a pieno titolo nel mondo artistico romano e tra il 1670 ed il 1674 è ricordato tra gli accademici di San Luca. Dal 1675 si trasferisce a Napoli, non sappiamo esattamente per quali ragioni, dove replicherà il grande successo ottenuto a Roma, lavorando per prestigiosi committenti e dove resterà fino alla morte avvenuta nel 1697.
Torino, 15 giugno 2023
Alberto Cottino